Come molti già sapranno è uscito, in anticipo sul previsto e pare per un errore nel sito dell'ASO, (Società che organizza il Tour) il percorso 2012 della "Grande Boucle".
Percorso che rappresenta un significativo ritorno al passato e agli anni '90 in particolare dove le cronometro la facevano da padrone, per chilometraggio complessivo e per collocazione "strategica" nella grande corsa a tappe d'Oltralpe.
Gli oltre 96 km complessivi che gli atleti dovranno percorrere contro il tempo saranno a questo punto decisivi nell'economia della corsa.
Grandi passisti-scalatori come Bradley Wiggins, Cadel Evans e magari anche il giovane tedesco Tony Martin vanno a questo punto annoverati fra i pretendenti alla maglia gialla e se Alberto Contador, viste le sue doti nelle gare contro il tempo, non dovrebbe risentirne più di tanto, corridori come Andy Schleck o Ivan Basso si trovano a questo punto a perdere posizioni nei pronostici della vigilia.
Una decisione alquanto strana a dire la verità e decisamente in controtendenza rispetto alle scelte fatte negli anni piu' recenti da Preud'Homme & co. e soprattutto in netta contrapposizione ai percorsi, selettivi e altamente spettacolari, visti lo scorso anno alla Vuelta e al Giro d'Italia in particolare.
A questo punto in casa EUSKALTEL saranno necessarie alcune valutazioni prima di decidere su chi puntare alla corsa francese e soprattutto se sacrificare buona parte della stagione di Samuel Sanchez in ottica-Tour. E' vero che Samu quando è in condizione e specialmente nell'ultima settimana di una gara a tappe ha dimostrato più volte di andare decisamente bene anche a cronometro ma sicuramente nei confronti dei vari Evans, Wiggins e anche Contador un importante bottino in termini di secondi andrà sacrificato.
Lungi da me dare consigli alla dirigenza Euskaltel (nel quale festeggiamo l'arrivo di Inaki Isasi in ammiraglia !) ma sinceramente vedere Samu al Giro d'Italia e poi alla Vuelta (anche in ottica campionato del mondo, quest'anno finalmente adatto alle caratteristiche del nostro campione) magari alleggerendo il programma primaverile (nelle classiche delle Ardenne ad esempio Igor Anton ha già dimostrato di poter competere con i migliori) non mi sembra una ipotesi da sottovalutare.
Tornando al Tour devo anche ammettere che le ben 9 tappe pianeggianti non depongono certo a favore della spettacolarità di questa corsa che, se come prestigio mantiene inalterato il suo "charme", a livello spettacolare sta sicuramente retrocedendo nei favori degli appassionati di questo meraviglioso sport.
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